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L'OSPEDALE DELLE TRASFIGURAZIONI
(SZPITAL PRZEMIENIENIA)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 9 agosto 1979
 
di Edward Zebrowski,con Piotr Dejmek, Jerzy Binczycki, Henryk Bista (Polonia, 1979)
 

Se il festival di Locarno terminasse oggi, il Pardo potrebbe andare ai polacchi | (lo sì è visto già a Cannes) che stanno rinverdendo bravamente i loro allori: come in L'ospedale delle trasfigurazioni, (che se porta un titolo complicato, è di una chiarezza ideologica implacabile). Un giovane medico giunge in una clinica psichiatrica sperduta nella campagna durante gli anni dell'occupale tedesca in Polonia. Il suo sguardo sulla realtà che gli si presenta davanti agli occhi all'interno della clinica è lucido. In questo microcosmo, metafora evidente di una situazione politica e sociale che non riguarda soltanto quell'epoca, i rapporti fra chi sta sopra (i medici, gli infermieri), e chi sta sotto (i malati) sono quelli di sempre. Tra la casta superiore, che briga coll'invasore o si dedica ancor più prosaicamente al mercato nero dei maiali, e quella inferiore, murata nella propria sofferenza della malattia intesa come umiliazione e resa, il rapporto conduce ad una sola finalità: la privazione della libertà.

Il film, diretto da Edward Zebrowsky, non è rivoluzionario nella forma: scritto con precisione ed efficacia, si basa su un'estetica tradizionale e su un'eredità drammatica che si potrebbe anche definire teatrale. Ma tutto ciò non ha molta importanza, se messo a confronto con la logica del discorso, con la forza della costruzione d'assieme che conduce per mano lo spettatore nella direzione voluta. E infatti, il finale è fortissimo. I nazisti liquidano la clinica: quando gli ammalati vengono ammucchiati nelle fosse comuni, quando le prime palate di terra colpiscono i corpi non ancora privi di vita, le immagini divenute ormai emblematiche di questo tipo di sterminio assumono un significato eterno. Il giovane medico fugge nel bosco con un ammalato sulle spalle. Quando si ferma a rifiatare, coi soldati che avanzano alle spalle, s'accorge che l'ammalato è ormai solo un cadavere. Nella sua impotenza, nel passo degli uomini armati che avanzano, il film riesce a tradurre perfettamente ciò che voleva dire: in quei boschi, da quelle parti, ma non solo da quelle, non è cambiato nulla.


   Il film in Internet (Google)

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